A lasciarsi si impara…

Lo stereotipo diffuso è che un abbandono sia sempre un danno, e provoca un dolore lancinante. Questo è sicuramente vero e nel lutto del cuore concedersi un momento di cordoglio diventa inevitabile. In questo periodo infatti -che può durare giorni, settimane, o mesi, a volte anche anni- dobbiamo buttare fuori tutto il nostro dolore, tutta la nostra rabbia, analizzare gli eventuali sensi di colpa per le nostre mancanze e responsabilità.

Nutrirsi della propria malinconia

Tuttavia, passato questo naturale e sano periodo, si può imparare anche a nutrirsi della propria malinconia e a considerare gli aspetti positivi di una rottura.

Le domande che possono venirci in aiuto sono:

  • Cosa ho dato e ricevuto in questi anni?
  • Cosa ho imparato nella relazione che è appena finita?
  • Cosa sto imparando da me attraverso questa esperienza di abbandono?
  • Che cosa è successo?
  • Quali emozioni sto provando?

Qual’è l’emozione che ci rimane dopo un abbandono, oltre all’assenza?

Sicuramente la paura di ritrovarci in uno stato di quiete, di inerzia, in una mancanza di emozioni quasi assoluta.Sarà invece necessario cercare un nuovo assestamento in cui si accetta di mettersi in gioco nell’incognita del presente. Allo stesso modo, si possono rintracciare aspetti di noi stessi che erano emersi nel rapporto o erano stati totalmente sopiti, e che possono essere esplorati con maggiore attenzione.

Si può rinascere

Da un amore finito si può anche “rinascere”, possono cioè nascere di nuovo parti di noi che ora acquisteranno una valenza diversa e ci renderanno più capaci di gestire la nostra vita. E’ importante aprirsi a pensieri ed emozioni nuove, permettersi di ribollire di novità e anche organizzare le proprie priorità.

Il lato positivo: il cambiamento di sè

Il lato positivo di un abbandono o separazione riguarda pertanto la possibilità, l’occasione di ricontrattare le proprie esigenze e fermarsi a riflettere rispetto ai tempi, ai modi, ai valori, agli amici, ai desideri.

Non sto sostenendo che alla fine di un amore, dopo un abbandono, ci mettiamo di punto in bianco a fare i creativi, trasformandoci in pittori, in scultori, oppure partiamo per la Paupasia e viviamo con gli indigeni, abbandonando le nostre abitudini.

Ritengo piuttosto che il cambiamento dopo un’interruzione affettiva possa riguardare le scelte, l’uso del tempo, l’intensità con cui ci lasciamo coinvolgere dagli amici e li coinvolgiamo, la capacità di stare fermi e di occuparci di noi stessi. E anche il senso di noi. E’ un pò come se ci dovessimo resettare su un diverso copione, abbandonare alcuni luoghi comuni che organizzavano le nostre relazioni affettive e che si sono dimostrati limitanti.

Questi schemi possono essere sostituiti con altre griglie, magari più generiche, flessibili e adattive, cioè più centrate su di noi e su ciò che desideriamo.

Centrarsi

Oltre a subire la perdita si può, dunque, decidere attivamente di cambiare alcune cose della nostra vita, dei nostri interessi, delle nostre priorità. Per fare questo è necessario sviluppare un’intimità con se stessi, ricavare uno spazio fisico, intellettuale ed emotivo che appartenga solo a noi: un giardino segreto.

Centrarsi spinge a riflettere sul proprio passato, sui condizionamenti ricevuti in famiglia. E’ fondamentale capire quali eventuali vuoti interiori questo amore riuscisse a colmare: a volte, infatti, i sentimenti molto forti non sono dovuti all’amore per l’amato, ma a vere e proprie carenze affettive avvenute nel nostro passato.

Riflettere sul proprio passato

Non dobbiamo dimenticare che il nostro modo di superare la fine di un amore o una separazione o un abbandono è anche legato ai primi abbandoni subiti, quelli dell’infanzia. Infatti, il modo in cui siamo stati abbandonati e abbiamo vissuto e superato i traumi infantili -e ciascuno di noi può annoverare una serie di tradimenti, anche se proviene dalle migliori famiglie- condiziona il modo in cui rivivremo e supereremo quelli attuali e futuri.

Capire tutto ciò ci permette di superare meglio la fine di una relazione, di cambiare il copione passato, magari di scegliere altre soluzioni in un incontro futuro.

Prendersi cura di sè

E’ importante accudirsi, comprendersi, volersi bene, investire su di sè quello che si elargisce generosamente ovunque, di solito sopravvalutando gli altri e sottovalutando se stessi. Ugualmente bisogna investire energie positive su di noi, dare un taglio alle critiche e alle inoddisfazioni, accettarci, piacerci, valutarci.

Solo dopo sarà possibile perdonare l’altro per le sue debolezze. Tuttavia se il rapporto è stato significativo e il tradimento molto doloroso, sarà difficile recuperare una relazione tranquilla. Di solito questo avviene quando abbiamo iniziato un’altra storia d’amore che sentiamo come soddisfacente: quando cioè sentiamo che le nostre istanze affettive sono accudite e quindi è sparita la rabbia verso chi ha lasciato scoperti i nostri bisogni.

Dott.ssa Vania Munari
Psicologa

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