EMOZIONI E SENTIMENTI FEMMINILI

E’ risaputo che esistono emozioni e sentimenti tipicamente femminili, così come ne esistono altri tipicamente maschili e che proprio il loro vissuto caratterizza le differenze nel percepire, sentire e approcciarsi dei due sessi.
Questo apre la strada ad una riflessione sul mondo esistenziale femminile.

Di seguito presento le emozioni e i sentimenti che storicamente, la psicologia, ha riferito alle donne.

 Invidia

La storia della psicologia, ma non solo, ci insegna che la donna sia più soggetta al sentimento dell’invidia rispetto all’uomo.

La teoria freudiana considera l’invidia, e il senso di inferiorità che ne deriva, il motore di tutto lo sviluppo della femminilità: quando la bambina si accorge di non avere il pene, e teme di essere “castrata”,  nutre invidia per il maschio che lo possiede perciò incolpa la madre di tale mancanza e inizia così il suo distacco da lei. Freud, non ammette per la donna altra situazione di superamento dell’invidia se non attraverso la rinuncia e la conseguente rassegnazione per quella “mancanza” che verrà compensata poi attraverso la maternità. L’invidia maschile in Freud non desta particolare rilievo in quanto non la considera un elemento determinante per la costruzione dell’identità maschile, ma altri autori, “ritengono che il maschio provi un’invidia inconscia per la madre” che lo porta a svalutarla per uscire dalla dipendenza attraverso un investimento sul proprio fallo. 

Oggi, la donna invidia ancora le prerogative maschili perché in vari ambiti l’uomo gode ancora di maggior rispetto e considerazione, ma forse soprattutto perché ha maggiore libertà nell’esprimere se stesso, nel comportarsi in modo egoistico.

Da non sottovalutare l‘invidia femminile nei confronti delle altre donne perchè le donne hanno sempre considerato la realizzazione di sé in termini di “conquista dell’uomo” esasperando la rivalità pur di raggiungere il loro obiettivo. L’uomo, dal canto proprio, oggi ha meno vergogna a manifestare la sua invidia verso le donne: sia perché stima la loro capacità di generare, sia per la loro capacità di conquista, inoltre sembrano più tolleranti nei confronti delle loro espressioni femminili.

Di fatto l’invidia è più frequente tra le donne perché da sempre esse sono state educate a reprimere l’aggressività mascherandola con il pettegolezzo,
che è una forma di aggressività indiretta.
Nell’uomo, invece, l’invidia rimane la possibilità di manifestare la propria rivalità verso gli individui dello stesso sesso.

Il senso di inferiorità

Il senso di inferiorità che abita le donne, invece, è riferibile, secondo Freud, sia all’ambito sessuale (Complesso di Edipo) sia a quello morale. Il suo Super-io è più debole a causa della castrazione che non la motiva ad interiorizzare le norme parentali.  Oggi la donna, avendo conquistato sul piano cosciente un’immagine di sé più elevata, cerca di dominare il Super-Io , negarlo, trasformarlo anche se spesso esso rimane e si manifesta con forme dirette di inadeguatezza, insicurezza, sottomissione. Esistono anche nel femminile forme indirette del senso di inferiorità ossia il narcisismo che si manifesta come ipervalutazione di sé, attraverso l’attenzione e la cura ossessiva del proprio corpo, della bellezza e della seduttività, o l’esercizio del potere e del controllo sugli altri. 

 Senso di colpa e masochismo

Sempre nell’ambito della riflessione sul mondo esistenziale femminile, un altro importante sentimento è il senso di colpa che spesso genera vissuti e atteggiamenti di tipo masochistico per riparare una situazione vissuta come colpevolizzante. Freud sostiene che il masochismo sia inerente al femminile, invece quando presente  nel maschile diviene spesso perversione. Consiste in un atteggiamento passivo e in una particolare predisposizione al sacrificio e all’autolesionismo, fino ad un vero e proprio piacere nella sofferenza.
Addirittura, alcuni autori, hanno giustificato il masochismo femminile sulla base di alcuni presupposti sessuali: l’essere penetrata, avere le mestruazioni e il partorire possono divenire esperienze masochiste, mentre la penetrazione del maschile può divenire un’attività sadica o spesso nel rapporto sessuale la donna desidera di venire violentata e nella sfera mentale pensa di essere umiliata. Il discorso sul masochismo femminile è tuttora aperto e suscita molte critiche e polemiche movimentando soprattutto i pensieri delle analiste femministe. 

Seduzione

Infine, ma non meno importante, la capacità di sedurre viene considerata una delle caratteristiche fondamentali dell’essere donna ma, seppur con modalità diverse, anche l’uomo utilizza la seduzione attraverso il ruolo di “cacciatore” o “conquistatore” . Secondo la psicoanalisi la seduttività femminile sarebbe legata ai bisogni narcisistici sotto due aspetti, da un lato per la consapevolezza della propria inferiorità anatomica, dall’altro per l’ambivalenza dell’amore materno verso la figlia femmina, la quale non essendo oggetto sessuale come lo è il figlio maschio, non viene amata in modo completo dalla madre. Sappiamo che il narcisismo dipende anche da una profonda mancanza di riconoscimento, che va ben oltre il problema dell’invidia del pene.
Di certo oggi le donne hanno finalmente conquistato la gestione della propria sessualità e del proprio corpo, e quindi anche della capacità seduttiva, ma il rischio che si prospetta è quello di perdere la propria soggettività per conformarsi ad un immagine femminile (veline, modelle, show-girl) oggetto del desiderio maschile.

Credo che la seduttività abbia tante forme e misure, ma sarà sempre il cervello a fare la differenza.

Nuovi sentimenti della psicologia femminile

Sembrano esistere, negli ultimi anni, nuovi sentimenti che emergono nella psicologia femminile. Uno fra questi è il senso di ingiustizia e la conseguente rabbia che si esprime in forme aggressive. Il sentimento dell’ingiustizia si è probabilmente sviluppato con i mutamenti culturali avvenuti negli ultimi trent’anni dove la donna ha vissuto come scorrette e inaccettabili certe situazioni createsi in ambienti lavorativi o sociali, in passato ritenute normali: discriminazione, molestie, divisione dei poteri, mobbing.

Tutto ciò ha prodotto un innalzamento dell’aggressività, come reazione nei confronti di quelle situazioni in cui la donna non si sente considerata. Quindi, accanto al sentimento dell’ingiustizia se ne collega un altro: il bisogno di essere rispettate e capite.

In passato la mancanza di rispetto e di comprensione era una condizione normale, vissuta come un dato di fatto a cui rassegnarsi per evitare conflitti, ora invece le donne frustrate e insoddisfatte portano, più spesso i loro problemi in Tribunale e iniziano per prime processi di separazione.  Sentono cioè come un  bisogno della propria realizzazione in termini lavorativi, professionali o, semplicemente, nella sfera degli interessi personali. Ciò appare controcorrente rispetto all’ideale di realizzazione femminile del passato che si identificava solo nel matrimonio e nella maternità. Senza dubbio il raggiungimento dell’autonomia economica unita alla carriera lavorativa o accademica hanno aiutato la donna a sentirsi soddisfatta di sé, ad esprimere se stessa, a misurarsi con le proprie capacità e i propri limiti.

Un ulteriore sentimento femminile è quello della stima nei confronti delle altre donne. Oggi l’identità della donna non si basa più sul senso di inferiorità nei confronti dell’uomo dal quale scaturiva, per conquistarlo, la competizione tra donne, ma è cresciuta parallelamente alla consapevolezza del proprio valore. Maggiore è la sicurezza che le donne hanno nei confronti di se stesse e delle proprie capacità, maggiore sarà la stima nei confronti delle altre.

BIBLIOGRAFIA

  • FREUD Sigmund, Lezione 33 La Femminilità, Introduzione alla Psicoanalisi, Opere 11 (1930-1938) , Torino, Boringhieri, 1989.
  • FREUD Sigmund, Sessualità femminile, Opere 11(1930-1938), Torino, Boringhieri, 1989.
  • MARZANO Michela, Sii bella e stai zitta, Milano, Piccola Biblioteca Mondadori, 2012.

  • SLEPOJ Vera, Le ferite delle donne, Milano, Mondadori, 2002.

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