
I figli apprendono dagli adulti significativi.
I bambini sono come spugne, assorbono tutto quello che facciamo e diciamo. Imparano da noi in ogni momento, anche quando non ce ne rendiamo conto.
La nostra cultura ci fornisce moltissimi esempi di violenza e di lotta; altrettanto fanno la scuola, la strada, il quartiere. Climi familiari carichi di ostilità, rabbia repressa, paura e aggressività. I bambini assistono impotenti ai continui litigi tra genitori, tra compagni, tra avversari e immagazzinano il tutto sotto la categoria “modalità possibile di relazionarsi con gli altri“. Vivere in un’atmosfera aggressiva fa sentire i figli vulnerabili. Alcuni reagiscono diventando violenti e attaccabrighe, altri diventano apprensivi e insicuri.
La teoria sull’aggressività di Bandura
A questo proposito tra il 1961 e il 1963, lo psicologo canadese Albert Bandura realizzò un esperimento per analizzare il comportamento dei bambini dopo aver visto degli adulti agire aggressivamente contro una bambola.
L’esperimento della bambola Bobo è la dimostrazione empirica di una delle sue teorie più conosciute: la teoria dell’apprendimento sociale.

Questa teoria sostiene che buona parte dell’apprendimento umano avviene tramite il contatto con l’ambiente sociale. Osservando gli altri, si acquisiscono determinate conoscenze, capacità, strategie, convinzioni e comportamenti.
L’esperimento della Bambola Bobo
Il “Bobo doll experiment” è la famosa ricerca sperimentale sull’aggressività condotta nel 1961 da Bandura, a sostegno della sua tesi che affermava che il comportamento aggressivo dei bambini può essere modellato, cioè appreso per imitazione.
I partecipanti sperimentali furono 72 bambini e bambine dell’asilo della Stanford University, più 24 bambini utilizzati come gruppo di controllo:
✔un gruppo di bambini osservava uno sperimentatore picchiare (a volte anche con un martello a giocattolo) e offendere Bobo,
✔il secondo gruppo osservava lo sperimentatore giocare tranquillamente,
✔il terzo non osservava alcun modello.
Ciascun gruppo di bambini venne poi accompagnato in un una stanza per giocare (munita di telecamere), dove avrebbero trovato diversi giochi e un Bobo Doll.
Risultati
👉il gruppo che aveva osservato il gioco violento, lo riproponeva sul bambolotto gonfiabile,
👉il gruppo che aveva osservato il gioco tranquillo e quello che non aveva ricevuto alcun modello, giocavano in modo meno aggressivo,
👉il numero di aggressioni fisiche imitative esibite dai maschi era maggiore rispetto a quello delle femmine.
Bandura ha scoperto che i bambini esposti al modello aggressivo avevano più probabilità di agire in modi fisicamente aggressivi rispetto a quelli che non erano stati esposti. Inoltre i risultati relativi alle differenze di genere (maschi più aggressivi delle femmine) hanno fortemente sostenuto la previsione di Bandura secondo cui:
i bambini sono più influenzati dai modelli dello stesso genere.
Infatti, i risultati hanno anche mostrato che i maschi mostravano più aggressività se esposti a modelli maschili aggressivi rispetto ai modelli femminili aggressivi.
Premi e punizioni
Un secondo studio è stato eseguito nel 1965, sempre da Bandura, per stabilire gli effetti del premiare o punire il comportamento sbagliato e violento.
Bambini di età compresa tra i 2 e i 6 anni, divisi in tre gruppi, guardavano un film che mostrava un adulto che picchiava e urlava aggressivamente contro una bambola Bobo:
✔in un gruppo il film si concludeva con una scena in cui il modello veniva premiato con delle caramelle,
✔nel secondo gruppo il modello veniva punito con l’avvertimento “Non farlo di nuovo”,
✔nel terzo gruppo il film finiva subito dopo la scena dell’aggressione.
Successivamente, indipendentemente dal gruppo di appartenenza, il bambino veniva lasciato in una stanza con molti giocattoli e una bambola Bobo.
Risultati
👉Quando gli adulti sono ricompensati per i comportamenti violenti, i bambini sono più inclini a colpire la bambola.
👉Tuttavia, quando gli adulti vengono rimproverati, i bambini smettono di picchiare la bambola Bobo.
👉Anche in questa condizione, i maschi erano più aggressivi rispetto alle femmine.
Come avviene l’acquisizione dei comportamenti
L’acquisizione dei comportamenti, inclusi quelli aggressivi, avviene in tre modi:
- Modellamento, cioè l’osservazione e l’imitazione di comportamenti degli adulti o dei pari o di modelli trasmessi dai mass-media,
- Approvazione o la disapprovazione sociale, cioè tramite le reazioni sociali,
- L’intuizione, cioè la comprensione dell’adeguatezza e dell’efficacia di un comportamento, in assenza di un’esplicita valutazione.
Benché il modellamento sia considerato la fonte primaria di apprendimento dei comportamenti, non è sufficiente un’unica esposizione, ma sono necessarie ripetute osservazioni di molteplici modelli di comportamento approvati socialmente.
Dunque, dopo il modellamento, per mantenere un comportamento servono altri processi. Uno di questi è costituito dalle sanzioni sociali, dunque dall’approvazione o punizione di comportamenti. Successivamente, con la crescita, si risente meno dell’approvazione sociale e ci si affida sempre di più a standard personali che sono stati creati interagendo con figure significative in contesti familiari, sociali e occupazionali.
Che cosa insegnano gli esperimenti di Bandura?
Cari adulti, genitori, insegnanti, educatori … se un bambino e successivamente un ragazzo mostra agiti aggressivi, dice frasi sgradevoli a sfondo sessista, ha atteggiamenti violenti, in assenza di patologia diagnosticata (adhd, disturbo del comportamento, autismo) … forse dovremmo guardare il modello educativo di riferimento.
Se un padre svaluta la madre con frasi agghiaccianti o usa violenza fisica, se in casa vige una modalità aggressiva, se il figlio che mostra paura viene deriso e beffeggiato con frasi “sei un/a pappamolla” o se un figlio ha comportamenti liberi non in linea con il dictat del “socialmente accettato” definito dalla cultura (si veste con un vestito da donna o se femmina “rutta” a tavola) e viene censurato con frasi “le femmine/maschi non si devono comportare così“, se in casa le regole valgono solo per i figli ma nessuno dei genitori le mette in pratica (esempio padri che non aiutano nelle faccende domestiche ma i figli lo devono fare, madri che dicono parolacce al compagno/marito ma puniscono il figlio/a se lo fanno …) come possiamo pretendere che i figli apprendano comportamenti diversi?
Date l’esempio. Se volete che i figli rispettino una regola siate voi i primi a rispettarla. Se volete che siano rispettosi verso le persone in generale siate voi i primi ad esserlo verso il vostro partner, famigliari, amici. La coerenza è il miglior alleato di un educatore. Perciò, riflettete sul modo in cui state in relazione. Che cosa imparano i vostri figli da voi?
I figli tendono a imitare quello che vedono nei loro modelli o figure di riferimento …
Bandura insegna che non si impara solo in base al meccanismo del premio e della punizione bensì anche per via del modellamento cioè l’osservazione e l’imitazione di comportamenti degli adulti o dei pari o di modelli trasmessi dai mass-media. Per questo motivo è molto importante fare attenzione ai comportamenti e agli atteggiamenti che adottiamo nell’ambiente familiare ed educativo.
In effetti se ci pensiamo non sono state le dotte disquisizioni di pedagoghi, le prediche del prete del paese, o le insistenti osservazioni dei genitori ad incidere nella nostra vita, quanto i loro comportamenti, esempi, che ci hanno avvinto, trascinato in altrettanto azioni imitative.
Abbiamo appreso, imparato e ci siamo evoluti venendo a contatto con persone significative che ci hanno guidato più con la forza dei loro esempi che con quelle delle loro parole. La vera trasformazione e i cambiamenti duraturi e qualitativi, infatti, sono stati quelli che hanno toccato il nostro cuore, la nostra mente e perciò il nostro agire.
Dott.ssa Vania Munari
Psicologa
BIBLIOGRAFIA
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Siegel D. J., La mente adolescente, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2014