
La nascita di un bambino viene sempre accolta e considerata come un evento felice e un’occasione di festa. Questa immagine idealizzata della maternità è però, talvolta, in forte contrasto con il vissuto intimo della madre stessa. Alcune delle difficoltà che la donna incontra con la nascita di una nuova vita possono essere varie: modificazione dei ruoli precedenti per integrare quello di genitore, le continue richieste di accudimento del neonato, una nuova organizzazione del proprio tempo e delle proprie abitudini, eventuali difficoltà nell’ambito lavorativo, avversità nella relazione con il partner legate al nuovo assetto di vita…
Questi cambiamenti possono portare ad un’alterazione umorale della donna che, qualora diventassero invasivi, necessitano di interventi psicologici e/o farmacologici tempestivi.
Baby blues o Maternity blues
Il termine baby blues o maternity blues coniato da Winnicott, tradotto letteralmente significa “bambino triste”. E’ quel periodo, assolutamente naturale e fisiologico, immediatamente successivo al parto caratterizzato da calo dell’umore e instabilità emotiva ma transitorio (da poche ore a 15 giorni). Questa esperienza è un adattamento psicofisico legato agli importanti cambiamenti che intervengono nella vita biologica e sociale di una donna quando diventa madre e non richiede generalmente trattamenti specifici e non implica conseguenze a lungo termine . Il maternity blues si caratterizza per confusione, smarrimento, ansia, umore labile, tendenza al pianto, stanchezza, paura, preoccupazione eccessiva, mancanza di concentrazione, difficoltà d’interazione con il neonato, disturbi del sonno e dell’appetito . Essa pur essendo una depressione “transitoria” può essere predittiva, soprattutto se accompagnata a particolari aspetti psicologici, di un successivo sviluppo di depressione post-natale.

Depressione postpartum o Depressione post-natale
La depressione post-partum, in base all’intensità e alla durata dei sintomi, va distinta dalla maternity blues.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (World Health Organization 2003) ha sottolineato che la depressione si configura come la prima causa di psicopatologia per le donne di età compresa fra i 15 e i 44 anni e la terza causa per gli uomini della medesima fascia d’età. La depressione post-partum è un disturbo dell’umore, paralizzante e storicamente trascurato nell’ambito della sanità. Buona parte delle depressioni post-partum non vengono diagnosticate e ciò può influenzare negativamente la relazione madre-figlio e determinare problemi emotivi a lungo termine per entrambi .
Il DSM 5(Manuale Diagnostico dei Disturbi Mentali) considera la depressione post-natale come un sottotipo della depressione maggiore specificata come “depressione post-partum” che vede il suo esordio entro le prime quattro settimane successive al parto.
I criteri del DSM 5 per questo disturbo richiedono che sia presente, quasi ogni giorno per un periodo di almeno due settimane:
- umore depresso, per la maggior parte del tempo, quasi tutti i giorni, come riportato dall’individuo (per esempio si sente triste, vuoto, disperato) o come osservato da altri (per esempio appare lamentoso);
- marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte della giornata, quasi ogni giorno.
Sintomi della Depressione Post-partum
Devono inoltre essere presenti almeno 5 o più dei seguenti sintomi, perduranti per un periodo di almeno due settimane:
- significativa perdita di peso, senza essere a dieta, o aumento di peso, oppure diminuzione o aumento dell’appetito;
- insonnia o ipersonnia quasi tutti i giorni;
- agitazione o rallentamento psicomotorio quasi tutti i giorni;
- faticabilità o mancanza di energia quasi tutti i giorni;
- sentimenti di autovalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati quasi tutti i giorni;
- ridotta capacità di pensare o di concentrarsi o indecisione quasi tutti i giorni;
- pensieri ricorrenti di morte, ricorrente idea suicidaria senza un piano specifico, o un tentativo di suicidio, o -l’ideazione di un piano specifico per commettere suicidio.
I sintomi si presentano in modo conclamato tra le otto e le dodici settimane dopo il parto e non sono transitori pertanto possono persistere, variando d’intensità, anche per molti anni, e quindi avere conseguenze più o meno significative non solo sulla salute mentale della donna, ma anche sulla relazione madre-bambino, sullo sviluppo del bambino e sull’intero nucleo familiare.
Effetti della depressione post-partum sulla relazione madre-bambino
La tristezza, l’irritabilità e il ritiro sociale che caratterizza le madri depresse può compromettere la loro abilità di fornire un ambiente responsivo, sensibile e “nutritivo” per il bambino. In letteratura emerge chela depressione produce nelle madri una generale limitazione nell’espressione dell’affettività, vale a dire che esse dimostrano di essere meno sensibili e responsive ai bisogni del bambino: li guardano meno, li cullano meno, reagiscono più lentamente alle loro richieste e sono meno affettuose, più ritirate o più intrusive, non riescono a costruire un dialogo con il bambino adeguato alla sua età.

Le conseguenze della Depressione post-natale sul versante emotivo e cognitivo del bambino
La depressione post natale rappresenta un considerevole fattore di rischio per l’esordio di un ampio ventaglio di esiti psicopatologici nel bambino:
- problemi nei processi di regolazione affettiva;
- disturbi comportamentali con tendenza all’aggressività;
- disturbi ansiosi;
- deficit nello sviluppo cognitivo;
- deficit dell’attenzione;
- incompetenza sociale;
- deficit dell’apprendimento con difficoltà di adattamento scolastico;
- difficoltà temperamentali;
- disorganizzazione emozionale;
- modelli di attaccamento di tipo prevalentemente insicuro.
In particolare, poiché la depressione post-partum può compromettere la capacità materna e di conseguenza anche il legame con il bambino, è possibile che la capacità di regolazione emotiva del bambino ne risenta interferendo con il suo apprendimento.
Cosa fare
Nei casi in cui sia stata diagnosticata una depressione post-partum la strada maestra è quella della psicoterapia, mentre gli psicofarmaci sono vivamente sconsigliati, specialmente se una donna è in fase di allattamento. Spesso, all’origine di una depressione post partum, troviamo due fattori:
- il perfezionismo e
- la tendenza di alcune donne a viversi solo ed esclusivamente come madri.
La combinazione di questi due fattori crea un cortocircuito interno alla donna di cui la depressione post partum costituisce l’aspetto più evidente, il sintomo. Sotto, c’è il rapporto con se stessa, con la propria femminilità a 360 gradi. Prendere consapevolezza di queste tendenze comportamentali è la prima cosa da fare.
La depressione post partum, non arriva per tormentarci ma per farci evolvere e superare ogni modello di donna e di mamma.
C’è un solo modo di esserlo, il tuo!
Dott.ssa Vania Munari