La mindfulness: un antidoto

Notare quanto spesso siamo distratti, quanti momenti della nostra vita vorremmo schivare e quanto dolore procuriamo a noi stessi e agli altri non accettando le cose per come sono è inquietante; ma c’è una buona notizia: la mindfulness può essere coltivata.

Quando le nostre menti precipitano nei timori, quando diventano invidiose o competitive, oppure quando la malattia o la morte toccano noi o le persone che amiamo la pratica della mindfulness contribuisce a riportarci alla relativa sicurezza del momento presente, ci aiuta a notare che in realtà è il fatto di protestare che provoca sofferenza. La mindfulness ci aiuta a comprendere e ad accettare l’ordine naturale delle cose e ci fa osservare come ci procuriamo sofferenza.

Quotidiana distrazione (mindlessness)

Sapete qual è il primo motivo per cui la gente si rivolge al pronto soccorso degli ospedali la domenica mattina? Le ferite che le persone si fanno tagliando il pane. Chiacchierando con i familiari la domenica mattina, folle di persone si lasciano distrarre dai loro cari a tal punto che i loro corpi tagliano il pane in automatico, e i loro corpi non sono molto capaci di farlo senza la guida della mente cosciente. Diventare consapevoli significa osservare dove va la nostra attenzione momento per momento. Questo implica il rendersi conto dei molti modi in cui la nostra mente si distrae o si preoccupa. La maggior parte di noi è così abituata ad essere distratta che siamo come pesci nell’acqua: non notiamo che le nostre menti stanno abbandonando il momento presente perché questo è ciò che fanno in continuazione.

Tutti i giorni riusciamo veramente a vivere il presente, a gustare il cibo che mangiamo, a notare il tramonto e ad avvertire il nostro legame con gli altri?

Quando la nostra attenzione si allontana dai pensieri sul vivere e si avvicina al prendere atto di cosa si prova veramente a camminare, stare in piedi, sedere o guidare, tutto si ravviva.

Constatiamo che le nostre menti operano con più chiarezza quando non sono così oppresse dall’ansia per ciò che gli altri penseranno di noi o per la possibilità di non ottenere ciò che vogliamo. Diventa divertente osservare le nostre menti che operano liberamente mentre la nostra creatività si esprime.

La pratica della mindfulness

La mindfulness può aiutarci a vedere e ad accettare le cose come sono. Ciò significa che possiamo fare pace con l’inevitabilità del cambiamento e l’impossibilità di vincere sempre. Le preoccupazioni riguardo alle cose che possono andare storte e che ci ossessionano quotidianamente allentano la presa. L’ingorgo nel traffico, la giornata in piscina rovinata dalla pioggia, le chiavi smarrite e le vendite mancate diventano più facili da accettare.

Cominciamo ad accettare più serenamente il fatto che qualche volta otterremo l’appuntamento o la promozione che ci auspichiamo e altre volte no. Rinunciando alla nostra lotta per controllare ogni cosa, ci facciamo sconvolgere meno facilmente dagli alti e dai bassi della vita e abbiamo meno probabilità di farci prendere da problemi emozionali come la depressione e l’ansia o da problemi fisici correlati allo stress come il dolore cronico e l’insonnia. La mindfulness ci aiuta anche ad allentare la nostra penosa preoccupazione per noi stessi.

Che cosa intendiamo quando diciamo mindfulness?

La mindfulness è la traduzione inglese di un termine pali (lingua in cui le storie e gli insegnamenti del Buddha furono registrati originariamente), cioè sati, il quale suggerisce i concetti di consapevolezza, attenzione e ricordo. La parola consapevolezza è intesa come consapevolezza dell’esperienza presente accompagnata da accettazione.

Consapevolezza e accettazione

I termini “consapevolezza e accettazione” non si riferiscono a un particolare stato mentale (come l’essere in pace o gioiosi) né a particolari contenuti mentali (come pensieri o stati d’animo positivi) ma piuttosto a un particolare atteggiamento verso la nostra esperienza, qualunque essa sia. È difficile spiegarlo bene a parole, poiché la mindfulness è essenzialmente un atteggiamento non verbale.

Per molti di noi, coltivare un atteggiamento di accettazione verso la propria esperienza è l’aspetto più importante e al contempo più difficile della pratica della mindfulness. L’accettazione ci permette di essere aperti al piacere e al dolore, di abbracciare sia le vittorie che le sconfitte e di essere compassionevoli con noi stessi e con gli altri quando vengono commessi degli errori. L’accettazione ci fa dire «sì» alle parti della nostra personalità che vorremmo eliminare o nascondere.

Ed è perlopiù grazie ad essa che la mindfulness ci permette di lavorare efficacemente con la paura, la preoccupazione, la tristezza, la depressione, il dolore fisico, le dipendenze e le difficoltà interpersonali, tutte cose che perdurano a causa del nostro rifiuto di accettare certi pensieri, certi stati d’animo o altre esperienze.

Dott.ssa Vania Munari

Bibliografia

Siegel R.D., Qui e Ora. Strategie quotidiane di mindfulness

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