Ogni donna sa bene quanto non sia semplice esserlo, diventarlo e soprattutto viverlo!!
È un viaggio continuo, alla scoperta di sè, in lotta tra ciò che si desidererebbe essere, ciò che viene richiesto e ciò che gli altri si aspettano. E’ un percorso fatto di ruoli diversi: figlia, compagna o moglie, a volte amante ,madre, da eroina combattiva a donna meditativa.
In questo lungo viaggio tormentoso e paradossalmente fantastico si troveranno anche ostacoli provvidenziali che permetteranno di capire il vero “Sé”, i propri limiti e i propri punti di forza. Ogni volta che una donna si trova a vivere un ruolo, che sia figlia, madre o moglie, abbraccia quello che Jung definisce archetipo, ossia un modello di comportamento istintuale, non appreso e pertanto ereditato dalla cultura. I miti stessi sono archetipi di comportamento, cioè storie in grado di esemplificare la nostra personalità, le nostre azioni, o il nostro modo di rapportarci agli altri.
E proprio nel mito, Jean Shinoda Bolen ,Psicologa junghiana, ha individuato delle figure che nella letteratura classica possono incarnare le varie sfaccettature dell’animo umano.La sua opera più celebre è Le dee dentro la donna. Un’indagine attraverso cui Bolen spiega come nelle donne coesistano—e a volte prendano il sopravvento—caratteristiche che derivano dagli aspetti salienti di molte dee greche. In ogni donna, insomma, si nascondono gli animi delle dee greche.
Era, Persefone, Demetra, Estia, Atena e così via, esempi di figure mitologiche che radunano in sé i ruoli femminili. Ed è così anche per l’uomo. Bolen suddivide le divinità in “padri” (Zeus, Poseidone e Ade) e “figli” (Dioniso, Mercurio, Apollo) per descrivere i nostri comportamenti e la nostra anima (Leggi il mio articolo “Gli dei dentro l’uomo”. Una lettura psicologica della personalità maschile).
L’autrice suddivide le dee in due gruppi:
Dee vergini – Artemide, Atena, Estia
Rappresentano le
qualità femminili dell’indipendenza e dell’autosufficienza, le
relazioni amorose non le distolgono da ciò che ritengono importante, non
agiscono da vittime e non soffrono.
La dea vergine non viene toccata dal bisogno di un uomo o dalla sua
approvazione, esiste di per sé interamente separata da lui.
Dee vulnerabili – Era, Demetra, Persefone
Rappresentano i ruoli tradizionali di moglie, madre e figlia. Dee la cui identità ed il benessere dipendono dalla presenza, nella loro vita, di un rapporto significativo; ciò che le motiva è la gratificazione del rapporto, approvazione, amore, attenzione.
In una categoria a parte troviamo Afrodite dell’amore e della bellezza, viene definita Dea Alchemica in riferimento al processo magico o potere di trasformazione che lei sola possedeva.
Quale donna non è curiosa di sapere quale sia la dea o le dee con cui tende ad identificarsi..?
Quale dea ti domina?
Vediamole una ad una.

DEE VERGINI
1- ARTEMIDE
Mito
Nota ai romani come Diana. Dea della caccia e della luna, sorella gemella di Apollo, fu la prima dei due a nascere e neonata aiutò la madre per il difficile parto di suo fratello. Artemide fu la levatrice di sua madre per questo, successivamente, le donne si rivolgevano a lei nel momento del parto, per alleviare il dolore. A 3 anni conobbe il padre Zeus ed ebbe la possibilità, poiché lui la onorava, di avere tutto ciò che desiderava: arco e frecce, i cani per andare a caccia, le ninfee di compagnia, montagne e terre selvagge tutte sue e la possibilità di compiere scelte liberamente
Donna Artemide
Già da piccola è una bambina che possiede molta curiosità e interesse per l’esplorazione di ambienti nuovi lontani dall’habitat circoscritto domestico.
Colei che incarna questo archetipo porta in sé un senso di completezza “so badare a me stessa” che le permette di agire da sola. La sua identità ed il senso del proprio valore non dipendono da un uomo, ma da “ciò che è” e ”ciò che fa”. Manifesta molto coraggio nell’affrontare gli ostacoli.
Capacità innata di concentrarsi intensamente su ciò che lei considera importante al fine di raggiungere i propri obiettivi. Spesso questo tipo di donna emana un senso di inaccessibilità, freddezza, spietatezza verso chi le causa un torto; quando vuole raggiungere un risultato utilizza tutte le sue risorse, anche se questo può portare a ferire altre persone.
Si può definire ostinata ed esploratrice, rapida e decisa . La donna Artemide tende a vivere sentimenti forti in relazione alle cause ed ai principi che sostiene (femministe, attiviste politiche…). Se da piccola viene ostacolata nella manifestazione della sua personalità Artemide, la donna svilupperà un senso di inadeguatezza.
L’età adulta porta questa donna ad aver acquisito un’esperienza sessuale come espressione della sua tendenza ad esplorare, ed a collezionare (caccia) avventure. Anche se sposata mantiene la propria indipendenza, arrivando a costruire un rapporto paritario con il marito. Predilige lavori che le permettono un avanzamento di carriera, e in cui possa manifestare tutte le sue qualità.
2- ATENA
Mito
Nota ai romani come Minerva, dea della saggezza e dei mestieri, la figlia del padre, poiché fu proprio dalla testa di Zeus che nacque già adulta. Figlia di un solo genitore (la madre Metis fu ingoiata da Zeus dopo che seppe del suo stato di gravidanza), era “il fidato braccio destro” del padre, con la corazza, lo scudo e il fulmine sempre con sé: era una imponente e splendida dea guerriera. In tempo di guerra presiedeva alle strategie di battaglia mentre in tempo di pace alle arti domestiche: per questo la vediamo anche rappresentata con un fuso oltre che con lo scudo.
Donna Atena
La relazione con la figura di attaccamento particolarmente significativa è quella che stabilisce col padre . Se cresce come prediletta di un padre di successo la donna Atena sarà facilitata nel raggiungere gli obiettivi stabiliti. Nel caso in cui, invece, il padre non la appoggi (spesso perché troppo impegnato) può crescere con la sensazione di non essere riconosciuta per quello che è con conseguente senso di svalutazione delle proprie capacità.
E’ una donna estremamente pratica e razionale, concentrata sulle sue priorità ma ricerca la compagnia degli uomini, con i quali lavora a stretto contatto. Gli uomini che attraggono la donna Atena sono quelli che, in qualche modo, le ricordano il padre Zeus: potenti, forti, di successo, vincenti. Le donne che vivono “da Atena”, vivono con la testa e agiscono sempre in modo intenzionale, per questo spesso non sono in contatto col proprio corpo. I loro sentimenti sono sempre ben modulati e manifestano difficoltà a lasciarsi andare all’ intensità delle emozioni, d’ altra parte non si può dimenticare che uno dei tratti distintivi della dea è quello di portare la corazza grazie alla quale può proteggersi dal proprio e dall’ altrui dolore.
3- ESTIA
Mito
Dea del focolare e del tempio. La dea Estia ebbe un’ infanzia tutt’ altro che felice: figlia di Crono e Rea fu la prima ad essere inghiottita dal padre e l’ ultima ad esserne rigurgitata, pertanto fu costretta trascorrere molto tempo nelle viscere buie da sola. Crono era un padre tirannico che non nutriva sentimenti d’ affetto per i figli e Rea era una madre debole e impotente che non è mai stata in grado di proteggere i propri figli dalle tirannie del padre. Estia non abitava nell’Olimpo con gli altri dei, si occupava però di tener viva la fiamma nel tempio , nel focolare al centro di ogni casa e al centro di ogni città. Aveva scelto uno stile di vita più riservato. Estia si concentrava sul suo sguardo interiore e sull’intuizione che la guidava nel suo fare.
Donna Estia
Ama la solitudine e dedicarsi alla pulizia della casa, attraverso i lavori domestici porta ordine dentro di sé, ed è molto soddisfatta quando tutto è in ordine e pulito. La donna Estia predilige ambienti religiosi o percorsi spirituali anche rigidi. E’ soggetta alla solitudine e all’isolamento che possono diventare abbandono se le persone da lei amate, ignorando i suoi sentimenti, la lasciano.
Il suo io non è alla ribalta non nutre ambizioni e non è legata a ciò che la circonda, ma al suo mondo interiore. Questo tipo di donna è silenzioso, non invadente, la sua presenza crea un’atmosfera di calore ed ordine che dà un senso di pace. La sessualità non è un aspetto importante nella sua vita: se sposata nei rapporti intimi non sarà attiva e non ne sentirà la mancanza se rari, manifesta il desiderio di essere cercata, e risulta essere una buona moglie né critica né competitiva con il marito; comunque la donna Estia si sente realizzata anche senza la presenza di un uomo. Nel lavoro non è competitiva e risulta essere molto affidabile.
DEE VULNERABILI
4- ERA
Mito
Nota ai romani come
Giunone, era la dea del matrimonio.
Dea bellissima attirò su di sé lo sguardo di Zeus che con vari stratagemmi e
imbrogli riuscì ad averla in moglie e successivamente a possederla. E’ così che
Era è diventata la dea del matrimonio, donna fedele e moglie. Ma Zeus dopo il
matrimonio ritornò alle sue abitudini promiscue scatenando tante e tante volte
la gelosia vendicativa di Era, che non rivolgeva la sua rabbia verso il marito,
ma verso le amanti o i figli.
Donna Era
Già da piccola ama giocare a “marito e moglie” mentre sogna ad occhi aperti il suo abito da sposa ed è un’ adolescente felice se vive una relazione stabile, infatti all’ amica del cuore preferisce un ragazzo. Da adulta è una donna che si sente incompleta senza un compagno, ed una volta sposata intende rimanere tale nella buona o nella cattiva sorte. Le piace fare del marito il centro della propria vita, e spesso sposa un uomo che rappresenta sia una creatura bisognosa di calore, sia un uomo potente. Se da piccola vive in una famiglia dove non regna l’armonia, la donna Era farà di tutto per sposarsi, al fine di costruire lei una situazione familiare in cui si senta protetta, e dove possa concretizzare l’ideale che ha del matrimonio.
La sessualità va di pari passo al matrimonio, generalmente arriva vergine all’altare, quindi la sua scoperta della sessualità dipende da ciò che le trasmette il marito. Per lei il lavoro è un aspetto secondario della vita, quindi farà di tutto per conciliarlo con la vita matrimoniale. In genere la donna Era non da molta importanza alle amicizie e di solito non ha un’amica del cuore.
La donna Era reagisce alla perdita e al dolore con la collera e con l’attività (spesso andandosene), inoltre cade nel vittimismo che la fa sentire potente anzichè rifiutata.
5- DEMETRA
Mito
Dea delle messi (presiedeva all’abbondanza dei
raccolti), nutrice e madre. I romani la
conoscevano come Cerere “cereale. Il mito di Demetra si incrocia con quello di Persefone, sua figlia, anch’essa archetipo di una tipologia femminile.
Persefone, Proserpina per i romani, stava raccogliendo fiori nel prato quando
venne attratta da un bel narciso e quando si avvicinò per prenderlo emerse Ade
dagli Inferi che con il suo carro d’oro la rapì. Demetra, Cerere per i romani,
che riuscì a sentire le grida della figlia, iniziò a cercarla ovunque per
giorni e giorni adirandosi anche con Zeus che aveva permesso un simile atto.
Demetra trascorse poi un lungo periodo sotto mentite spoglie lontano
dall’Olimpo sempre alla ricerca della figlia, ma quando poi svelò la sua vera
identità, fece costruire un tempio in cui si isolò nel suo dolore per la figlia
e si rifiutò di svolgere il suo ruolo di dea della messi. Così facendo niente
poteva crescere, niente poteva nascere e questo portò una grande carestia che
fu avvertita anche dagli dei che non ricevevano più alcun sacrificio da parte
degli uomini. Zeus fu così costretto ad implorare il ritorno di Demetra al suo
compito e in cambio permise che madre e figlia si ritrovassero.
Donna Demetra
Già da piccola, la futura “donna Demetra”, può essere
considerata una mamma in erba che ama giocare con le bambole e prendere
in braccio bambini molto piccoli.
In età adolescenziale sogna già di avere un figlio tutto suo. Da adulta alla donna Demetra piace preparare grandi
pranzi per la famiglia e gli ospiti, ed è invasa dal piacere quando le fanno i
complimenti per le sue attitudini di buona madre. Altro attributo è la perseveranza,
infatti rifiuta di darsi per vinta quando è in gioco il benessere dei
figli.
Quando questo archetipo è predominante in una donna, e lei non riesce a
gestirlo, può cadere in depressione al momento in cui i figli se ne
vanno, sindrome da “nido vuoto”, e sentirsi inutile. Nei suoi
rapporti è protettiva e generosa, attenta a ciò che la circonda, altruista e
leale verso le persone e verso i principi. Ma può manifestare vittimismo,
potere e controllo creando attorno a sè insicurezza e inadeguatezza.
Generalmente questo tipo di donna predilige uomini che appaiono immaturi ed
insicuri, su cui lei può esercitare le sue cure, però poi molto spesso
diventano completamente dipendenti da lei, si crea un legame amante-figlio e
frequentemente lei è cronologicamente più grande.
Sessualmente non è molto attiva, preferisce effusioni e coccole.
Questo tipo di donna è vulnerabile, ed ha difficoltà a dire di no anche quando
è molto stanca, ma invece di ammettere il proprio sentire diventerà apatica
ed aggressiva. Queste qualità trovano espressione in professioni
sociali come l’insegnamento, la cura dei malati, e nel lavoro non sarà
competitiva e neanche intellettualmente ambiziosa.
6- PERSEFONE
Mito
Questa dea aveva due nomi, a simboleggiare i due aspetti
contrastanti che la distinguevano:
Kore ossia giovane fanciulla ,
e Persefone regina degli inferi data la sua capacità di gestire piani
profondi della propria psiche (rapita da Ade e portata negli Inferi).Come
regina degli inferi, Persefone era una donna matura, che regnava sulle anime
dei morti, guidava i viventi negli inferi e pretendeva per sè ciò che
desiderava.
Donna Persefone-Kore
La donna Persefone, già da piccolissima è una “brava
bambina”, educata e senza pretese, difficilmente decide cosa fare di sua
iniziativa, ma attende sempre con pazienza che la madre le dia indicazioni. Mantiene
un rapporto privilegiato con la madre tanto da restare spesso un’ eterna adolescente
che non riesce a svincolarsi e a diventare indipendente.
Da adulta, infatti, è una donna indecisa su ciò che vuole essere da grande, per
questo si adatta ai desideri dell’altro, in quanto non è abbastanza
consapevole di sé e ciò la porta a fare qualsiasi cosa gli altri si aspettino
da lei.
Sessualmente è inconsapevole della propria sessualità, aspetta il principe
azzurro che giunga a svegliarla. Con gli uomini è una donna-bambina,
dall’atteggiamento remissivo e giovane di spirito.
Generalmente passa da un lavoro all’altro nella speranza che ne trovi uno che
la interessa davvero. L’aspetto legato a Kore si trova nell’atteggiamento giocoso verso la vita, come Wendy con Peter
Pan nel “Paese che non C’è” vagabondando e giocando con la vita.
Invece l’archetipo Persefone, regina
degli Inferi invece, dà alla donna la capacità di avventurarsi negli stati più
profondi della psiche: questo la rende abile a muoversi “nei suoi abissi e
inferi” riuscendo ad aiutare anche gli altri in questo viaggio.
DEA ALCHEMICA
7- AFRODITE
Mito
Dea alchemica dell’amore e della bellezza, donna creatrice ed amante. Chiamata dai romani Venere. Nella mitologia greca, Afrodite era una presenza che incuteva reverenza, perchè provocava nei mortali e nelle divinità l’innamoramento ed il concepimento di una nuova vita. Era la più bella di tutte le dee e tutti gli dei la volevano in sposa, ma lei fu libera di scegliere e sposò Efesto, lo storpio dio dei fabbri e del fuoco. Non ebbero figli e il loro matrimonio può essere considerato come l’unione della bellezza e della tecnica, da cui nasce l’arte. Afrodite tradì spesso suo marito sia con altri dei che con i mortali.
Donna Afrodite
Amal’amore, la bellezza, la sensualità e la sessualità.
Generalmente quando è piccola ama stare al centro dell’attenzione ed indossare abiti belli, ed i genitori assecondano e sono orgogliosi di tali caratteristiche, ma poi arrivata in età adolescenziale gli stessi parenti la tengono molto sotto controllo, e la rimproverano di tali comportamenti, che possono attirare i ragazzi. Tutto questo crea molta confusione nella giovane, che arriva a sentirsi in colpa senza sapere bene la motivazione. Quando la donna Afrodite cresce in un’atmosfera che condanna la sessualità femminile, può accadere che tenti di soffocare l’interesse per gli uomini e si consideri impura per i desideri sessuali che sente.
Ogni donna nel momento in cui si innamora di qualcuno che ricambia quel sentimento, diventa la personificazione di questo archetipo. Si trasforma da essere mortale in dea dell’amore, si sente attraente e sensuale. La donna che si identifica con Afrodite spesso è estroversa e la sua personalità esprime una brama di vita e un che di selvaggio. Tende a vivere nel presente immediato, prendendo la vita come se non fosse niente di più di un’esperienza dei sensi. Infatti se rimane incinta non è perchè animata dal desiderio di avere un figlio, ma perchè desidera sessualmente l’uomo che ama.
E’ una donna generalmente estroversa a cui piacciono gli uomini che riesce a “catturare” con un atteggiamento fortemente seduttivo, tanto da fare spesso una “strage di cuori” e sebbene sia convinta ogni volta di aver trovato l’ uomo perfetto si stanca facilmente di lui. Tuttavia se s’innamora di un uomo che non è interessato a lei, il suo coinvolgimento ossessivo può portarla a rimanere in questa situazione anche per anni, impedendole di concentrarsi su altri rapporti.
Molto spesso questo tipo di donna non è bene accettata dalle altre, in quanto gelose del suo fascino ed eleganza. In genere si trova bene con donne che hanno il suo stesso archetipo.
Dott.ssa Vania Munari
Psicologa
Liberamente sintetizzato da :
Bolen J. S., Le Dee dentro la donna, Casa Editrice Astrolabio-Ubaldini Editore, Roma, 1991
BIBLIOGRAFIA
HARDING Esther, La strada della donna, Roma, Astrolabio, 1951
JUNG C.G. (1961), Sogni, ricordi, riflessioni, a cura di Aniela JAFFÉ, trad. G.Russo, Milano, BUR Rizzoli, 2012
McGUIRE William e C HULL R.F., Jung Parla Interviste e Incontri, Milano, Gli Adelphi, 1999