
Scienziati, neurologi, filosofi, psicologi, medici ognuno di loro ha concordato nel ritenere che alla base della scelta amorosa ci sono dei presupposti che contribuiscono a preferire un determinato tipo di persona rispetto ad un’altra.
La scelta del partner è un meccanismo apparentemente spontaneo. Tuttavia, con il passare del tempo e delle esperienze di coppia ci si domanda perché abbiamo scelto proprio lui/lei. Nessuno/a vuole sbagliarsi quando sceglie il proprio partner, ma in molti/e all’inizio pensano di aver incontrato la loro dolce metà e finiscono per disilludersi.
L’idealizzazione del partner e la proiezione
Potremmo affermare che, nella maggior parte dei casi, quando scegliamo il nostro partner, riponiamo in lui/lei, senza rendercene conto, un insieme di aspettative idealizzate, associate al piacere e al benessere. Tralasciamo però alcuni aspetti meno romantici, come le differenze, gli obblighi che emergono dalla relazione, le strategie per affrontare la sofferenza, etc.
Inconsapevolmente , nel profondo speriamo che l’altra persona colmi le nostre carenze. Proiettiamo nell’altro/a le nostre necessità e i nostri desideri insoddisfatti, e ci aspettiamo che sia il nostro partner a risolvere tutti i nostri problemi. Chiunque nega questo aspetto, ma sappiamo bene che è così.
Il contesto e il momento mentale
È importante considerare il contesto e il momento mentale nel quale scegliamo il nostro partner. Se proviamo un forte vuoto affettivo, siamo soliti attribuire pregi esagerati all’altro e questo rappresenta un rischio emotivo. Questo atteggiamento obbedisce ad un insieme di necessità mal gestite e ad un’intolleranza della solitudine che dà, come risultato, la creazione di un vincolo con un’altra persona.
Cosa ci attrae di una persona?
La scelta avviene in maniera prevalentemente inconsapevole ed è legata a esperienze individuali e familiari. Le esperienze familiari sottendono alla relazione con il genitore di sesso opposto:
- Ricerca di un uomo/donna simili al proprio padre/madre (Scelta complementare)
- Oppure con caratteristiche differenti (Scelta per contrasto)
In sostanza si tende a cercare un partner con le caratteristiche del genitore di sesso opposto se l’amore per lui non è stato superato e dunque ancora attivo (scelta complementare), mentre se l’amore con esso è stato di tipo conflittuale, l’orientamento si dirigerà verso partner con caratteristiche spiccatamente opposte a quelle del genitore (scelta per contrasto).
Entrambe le scelte si prestano al superamento di contrasti interni. L’intensità e la tendenza ossessiva verso situazioni compensatorie sono proporzionali ai sentimenti vissuti nei confronti dei genitori: positivi o negativi, superati o non superati, sereni o traumatici. La scelta si presenterà come il tentativo di risolvere un conflitto personale.
L’importanza della famiglia d’origine
In generale, il processo di scelta del partner ha origine nell’insieme di emozioni inconsapevoli, derivate
- dalle relazioni con i nostri genitori ossia dalla relazione che abbiamo stabilito con loro (soprattutto durante l’infanzia nel periodo del Complesso di Edipo/Complesso di Elettra intorno ai 4-6 anni) e
- della relazione tra di essi.
Questo determina la struttura e il funzionamento mentale in noi per il resto della nostra vita.
Com’erano i vostri genitori? Che tipo di relazione avevano tra di loro? E con noi? La risposta a queste domande può svelare in che modo scegliete il vostro partner.
Facciamo un esempio
La storia esemplificativa riportata di seguito (con nome inventato) può darci un’idea del grado di influenza della relazione dei genitori sulla scelta del partner.
Laura non aveva ancora 30 anni. Aveva diversi rapporti alle spalle, ma nessuno era andato bene. Non sapeva cosa stava succedendo. A volte i suoi partner le erano stati infedeli, altre volte avevano dimostrato un incredibile attaccamento alla madre.
Il padre di Laura maltrattava la madre, la manipolava, e allo stesso tempo le era stato infedele in più occasioni… La madre rimaneva sottomessa, non era in grado di esprimere i suoi sentimenti e aveva resistito perché diceva di provare amore, ma in realtà soffriva di dipendenza emotiva. La madre si sentiva molto spesso sola e abbandonata. Non solo dal suo partner, ma anche dalla sua stessa famiglia che la spingeva a resistere anziché a porre fine alla relazione.
Laura non è mai stata una donna sottomessa, nelle sue relazioni non c’erano mai stati abusi. Faceva tutto quello che non aveva visto nella relazione dei suoi genitori: comunicava molto con i suoi partner, si faceva rispettare, non rimaneva con nessuno che cercasse di sottometterla… Tuttavia, i suoi partner a volte erano sottomessi, mentivano e non comunicavano in modo aperto.
La scelta del partner effettuata da Laura era strettamente correlata alla madre. Sebbene credesse di instaurare relazioni sane, non come quella dei suoi genitori, la radice del problema non le era ancora visibile. Alla base dei rapporti di Laura vi era una mancanza di impegno: stava con persone che non si impegnavano davvero con lei o che le erano infedeli o che erano molto attaccati alle loro madri. Pertanto lei rimaneva al secondo posto. Come era successo a sua madre.
Scegliere un partner senza essere condizionati è possibile
Possiamo scegliere un partner senza essere condizionati dalla relazione dei nostri genitori? La risposta è sì, ma per questo dobbiamo capire cosa sta succedendo, dobbiamo osservare lo schema che si ripete con i nostri partner. Quanto meglio conoscete e capite l’amore fin dai primi anni della vostra vita, più libere e sane saranno le vostre relazioni presenti.
Dott.ssa Vania Munari
Psicologa